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PROPRIETA’ SARRITIVA

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Il calcio ha la capacità di creare e distruggere idoli con la velocità di un flash. Lo stesso flash che Higuain ha negato a due tifosi l’estate scorsa, venendo quasi alle mani.
Lo stesso flash con cui un fotografo ha immortalato l’errore dal dischetto del Pipita un paio di mesi prima, segnando lo spartiacque tra l’accesso in Champions League e il fallimento di Benitez, tecnico esonerato dal Real Madrid appena dopo Natale, una festa che a Napoli si celebra con un fascino particolare.

Siccome solo al calcio è concesso mescolare sacro e profano le statuette del presepe vengono dedicate ai personaggi sulla cresta dell’onda e il personaggio del momento ai piedi del Vesuvio è Maurizio Sarri. Potrei sfinirvi coi collegamenti ma il punto è un altro. Il punto è che nonostante il calcio non sia una scienza esatta quest’uomo è passato dalla Seconda Categoria alla Promozione con la proprietà transitiva delle stesse idee, così come dall’Eccellenza alla C2 e dalla C1 alla serie A. Quindi perché abbandonarle?

Grazie alla geometria dei triangoli ha ridato forma a una squadra senza identità, con l’atteggiamento paterno di chi è arrivato nel grande calcio a 56 anni ha ridato tranquillità a un gruppo sull’orlo di una crisi di nervi. In estate sono arrivati pochissimi innesti; dall’Empoli il terzino Hysaj e il cervello Valdifiori, offuscato dal prezioso innesto di Allan dall’Udinese. In porta il ritorno di Pepe Reina. Il resto son briciole.

Chi come il sottoscritto pensava che Higuain avrebbe sofferto il mal di pancia da carenza di Champions si sbagliava e l’abbraccio a Bergamo ha dimostrato che Sarri avesse la cura giusta.
Chi credeva che Hamsik si fosse perso in una crisi esistenziale adesso lo sente parlare di divertimento, parola sempre meno in voga in questo ambiente.
Chi pensava che Reina fosse venuto a svernare dopo il freddo bavarese ritrova un portiere che a 34 anni s’illumina parlando di un allenatore che arriva al cuore e alla testa dei giocatori.

Uno scenario che pochi si aspettavano ad agosto perché un conto è salvarsi a Empoli esprimendo un buon calcio e un altro è gestire una piazza esigente e bollente come quella napoletana. Chi se lo aspettava erano i veri conoscitori di Sarri, evidentemente pochissimi se è arrivato in alto così tardi. In un calcio italiano spesso miope si comprende come mai un certo Samuel Eto’o a fine gara sia andato a complimentarsi con questo figlio di operai.
Non proprio un addetto ai lavori, nato a Napoli e cresciuto in Toscana, piuttosto un appassionato che si è diviso per anni tra la banca e il campo. Soprannominato Mister 33 per la ricchezza del suo libro degli schemi, alimenta aneddoti come il drone utilizzato per seguire gli allenamenti. Leggenda metropolitana o realtà? Chissà, mentre ce lo chiediamo starà escogitando qualcosa per arrivare in testa a fine campionato perché sa benissimo che gli elogi di gennaio contano poco, nonostante abbia fatto ricredere addirittura Maradona, passato da “Non è tecnico da Napoli” a “Mi sbagliavo, mi scuso”.

Ha chiuso il girone di Europa League con 6 vittorie su 6, record di gol fatti (22) e subiti (solo 3), risultati che insieme al titolo di campione d’inverno non lo faranno passare alla storia, Mazzarri e Benitez furono elogiati altrettanto e abbiamo visto com’è finita.  Mazzarri ha alzato per primo la cresta con le big italiane, rischiando anche di eliminare il Chelsea, mentre Benitez ha mostrato un gioco spettacolare ma poco affine alla mentalità italiana. Gli stessi Higuain, Callejon e Albiol sbarcarono a Napoli rassicurati dalla credibilità internazionale di Rafa.
Sarri incarna la classe operaia in paradiso da quando ha dichiarato che ciò che guadagna basta e avanza perché lo pagano per fare qualcosa che avrebbe fatto comunque la sera, dopo il lavoro e gratis. Potrebbe anche non vincere ma il suo passaggio da queste parti lascerà il segno e non certo per l’ingaggio da 900.000 euro e il bonus in caso di qualificazione in Champions League. Anche chi si gonfia il petto come De Laurentiis ha creduto in lui fino a un certo punto, offrendogli soltanto un contratto annuale. Quantomeno curioso.

Il tono rassicurante con cui parlava ai microfoni durante l’avvio zoppicante dimostra quanto avesse la situazione sotto controllo, come quando sorseggia il caffè dalla moka che gli portano a bordo campo.

Sarri caffè 600x400

Adesso inizia il difficile perché il fattore sorpresa è esaurito e Higuain potrebbe avere una comprensibile flessione e levarsi per un attimo il mantello da supereroe. In più per arrivare in fondo servono un paio di rincalzi giusti dal mercato invernale.
Potrebbe non farcela a soddisfare le aspettative di chi ora pretende lo scudetto ma che quest’estate avrebbe firmato per un piazzamento fra le prime tre oppure potrebbe coronare la parabola dell’antidivo, iniziata a Napoli mentre il padre manovrava le gru. Sarebbe il lieto fine per un uomo che è passato da guardare le stelle durante gli allenamenti dopo il lavoro a una statuetta di Spaccanapoli, sempre grazie alla proprietà transitiva .

A proposito, pare che a Empoli avesse imposto allo staff di far mangiare la pizza margherita ai suoi giocatori entro dieci minuti dal triplice fischio per reintegrare subito i carboidrati. Quella pizza che solo a Napoli ha trovato così buona. Così, giusto per restare in tema.

Sono le persone che nessuno immagina che possano fare certe cose
quelle che fanno cose che nessuno può immaginare.

(The Imitation Game)

 

 

 




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